venerdì 13 ottobre 2017

Appunti Autunnali di una Vegana a Palermo


Amici, sono passate tre settimane dall'ultimo post, ma delle ottime ragioni mi hanno tenuta momentaneamente lontana dal blog dopo l'ultima intensa Nerd Week. Oltre a continuare le lezioni e lo studio per il nuovo corso di Home Staging che sto frequentando, sono stata per qualche giorno a Palermo con Aure e di questo vi voglio parlare oggi :)

Il motivo principale del nostro viaggio è stato l’invito ad un matrimonio, abbiamo quindi colto l'occasione per una piccola vacanza nel centro di Palermo con l’idea di fare anche qualche capatina al mare.
Siamo arrivati il sabato stesso del matrimonio in mattinata. Questo c’ha permesso di passeggiare per il park hotel dove eravamo ospiti e dove si è svolto l'evento, per Cinisi, Terrasini e farci anche una mezz’ora di spiaggia prima di prepararci per il matrimonio vista mare al tramonto.
La domenica successiva siamo andati a Palermo dove abbiamo soggiornato (per la prima volta) in un airbnb nel quartiere di Ballarò, a 1 minuto a piedi dalla Cattedrale. Abbiamo dedicato la giornata a visitare il centro della città, mentre il giorno successivo siamo stati al mercato di Ballarò e abbiamo poi raggiunto in autobus la spiaggia di Mondello, incuranti del cielo sempre più scuro. Il primo bagno in mare è saltato quindi per la pioggia, ma ci siamo rifatti martedì con l’acqua trasparente di Cefalù. Infine abbiamo sfruttato l’ultimo giorno per visitare quello che ancora non avevamo visto o visto troppo velocemente a Palermo.

Il mare di Cinisi e Terrasini.

Sono stati 5 giorni intensi e coinvolgenti che cercherò di condividere qui nel modo più schematico e scorrevole possibile: appunterò cosa vedere, cosa mangiare, dove comprare, ma sarò tutt'altro che esaustiva. Qualche giorno non basta a scoprire per intero una città come Palermo.

Street Food: le arancine.

Mettetevi subito l’anima in pace: se andate a Palermo, il fritto è inevitabile! E ci sta alla grande ... a smaltirlo ci penserete al ritorno!

Street food tipicamente siciliano sono le arancine, palle di riso (spesso allo zafferano) farcite internamente, poi impanate e fritte. Le farciture tradizionali sono al ragù, ai piselli o al burro, ma qualcuno ha iniziato a pensare anche a noi vegani.
Ke Palle infatti è una catena di tre o quattro negozi sparsi per Palermo che offre 40 gusti diversi di arancina, 4 dei quali vegani: con friggitelli, pomodorini e riso al nero d’avola, al ragù di soia, al ragù di verdure e ai funghi.
Noi siamo andati un paio di volte nel locale di via Maqueda 270 e abbiamo assaggiato l'arancina alla soia, al ragù di verdure e ai friggitelli, in assoluto il più particolare. Abbiamo inoltre ordinato panelle e crocchè (foto sotto) e la birra siciliana artigianale col loro marchio, sia Pale Ale che Pilsner (che ho preferito).
Nelle ore di punta ci sono davvero tantissime persone, ma il servizio è veloce. Quindi prendete il bigliettino e mettetevi in fila :)


Street Food: le panelle.

Per noi vegani (ma non solo) panelle e crocchè sono una certezza: le panelle sono delle frittelle di farina di ceci, una delle cose più buone al mondo con un goccio di limone; le crocchè sono crocchette di patate, tradizionalmente senza uova e formaggio. In generale anche le verdure pastellate e fritte vanno bene perché tendenzialmente la pastella qui viene fatta senza uova, ma se non siete sicuri chiedete.
Tipico è pane e panelle (con o senza crocchè) dove il pane è la mafalda, quello che comunemente chiamiamo siciliano con semola di grano duro e semi di sesamo in superficie.

Trovare panelle&co è facilissimo, le vie di Palermo sono ricche di locali che offrono lo street food, comprese quelle vicino alla nostra casa (via Vittorio Emanuele e via Maqueda). Il panino più buono però l’ho ordinato a Mondello nella piazza omonima, al Roxy Panineria Friggitoria dove c’eravamo fermati per ripararci dalla pioggia che non c’ha permesso il primo bagno in mare. Ho ordinato un panino con panelle e melanzane fritte, una bomba super farcita, costata solo 2,50 euro. Il prezzo dello street food siciliano infatti si avvicina sempre a questo prezzo.


A Palermo potete trovare inoltre dell'ottimo street food in via Paternostro 58 all'Antica Focacceria San Francesco che a pranzo offre anche piatti come il cous cous e la caponata e ha molti tavoli all’interno e in via Vittorio Emanuele 102 da Nni Franco u' Vastiddaru, dove si mangia in modo più informale sulla strada fino a tarda notte.

I Mercati.

Palermo è famosa per tre mercati storici: Ballarò, Vucciria e Il Capo.
Noi siamo stati a quello di Ballarò, il più vicino a casa ma probabilmente anche quello più conosciuto. Qui si trovano banchi di frutta e verdura, gastronomia, frutta secca e spezie nelle piazze e nei vicoli del quartiere. Se soggiornate in una casa o in un airbnb come abbiamo fatto noi e non uscite a cena tutte le sere, qui potete trovare tutto quello che vi serve, compresi ingredienti più esotici data la multietnicità di Palermo. Consigliati ovviamente i pomodorini secchi sott’olio e le olive, anche farcite con peperoni.
Dal tardo pomeriggio in poi il mercato si trasforma e aprono piccoli localini sulla strada in cui è possibile bere alcolici a poco prezzo come 1,70 euro per una birra Forst a collo lungo* da 0,66 l.

* La birra Forst viene prodotta in Trentino Alto Adige e si può trovare un po' ovunque, ma questo particolare tipo (con etichetta rossa) a quanto pare si può trovare solo qui oltre che nella zona di origine. Noi l’abbiamo bevuta a Ballarò e al Bar Garibaldi di via Paternostro 46. Se come Aure amate la birra e/o avete amici palermitani che ve ne parlano da secoli, potreste essere interessati a provarla.

In quello di Vucciria invece siamo passati velocemente un pomeriggio e ci sembrava fosse costituito soprattutto da botteghe di generi non alimentari, ma probabilmente abbiamo sbagliato noi l'orario.

Se siete leggermente fuori dal centro verso piazza Vittorio Veneto, c’è un mercato rionale molto grande dove potete trovare di tutto, compreso frutta secca, dolcetti siciliani, fichi d’india e tenerumi ovvero le foglie della zucchina serpente (stretta, lunga e molto chiara) che vengono usate soprattutto per una sorta di zuppa con pasta, pomodori e aromi.


Cena e dopocena.

La Sicilia come il Veneto o la Toscana è una terra di vini. A Palermo potete trovare facilmente un buon bicchiere di vino; tra quelli più diffusi ho visto tra i bianchi il Grillo, lo Zibibbo e la Malvasia (entrambi dolci), mentre tra i rossi il Syrah e il Nero d'Avola.

Per un'ottima birra artigianale siamo andati da Ballarak, un birrificio-birreria nel quartiere di Ballarò in via Saladino 7. Noi abbiamo provato una Belle de Jour (belgian white ipa al farro), una Sex Pils (american hops pils) e una Avant Garde (rye saison), tutte erano molto buone.
Chi non beve birra può scegliere tra vini siciliani, amari, liquori, rum, whisky e cocktail; c’è anche una piccola cucina e le patatine fritte sembravano notevoli … noi ci siamo imposti di resistere nel tentativo di ridurre il fritto!

Nello stesso quartiere ma in via Giuseppe Mario Puglia 21, abbiamo cenato da Moltivolti, un ristorante con cucina siculo-etnica, ma anche uno spazio per eventi e coworking che mira a creare integrazione tra le diverse culture: ho testato il babaganoush, la tipica caponata siciliana (fantastica) e il cous cous di verdure che in questo locale fanno in una versione più etnica con spezie, zucca, cavolo, ceci e zucchine, il tutto servito con del brodo a parte. Qui finalmente ho bevuto vino: il Grillo!


Se poi non volete testare solo cucina siciliana, ci sono diverse piccole gastronomie indiane lungo e intorno a via Maqueda. Se fossi rimasta qualche giorno in più, sarei sicuramente entrata in una di queste.

Per i nostalgici di Milano.

Da Vera Coffice Break in via G.le Magliocco 31 potete trovare avocado toast a pranzo (con qualche modifica per veganizzarlo), estratti, caffè americani o filtrati (i brew coffee che impazzano su instagram), tè matcha, brioche vegane e una fetta di torta vegana. Quando siamo andati noi l’avevano appena finita, ma mi sono consolata con un golden milk, fatto con pasta di curcuma e latte di mandorla.
Il locale è molto carino, molto chiaro e luminoso con lampadari in cotto, scaffali con barattoli di vetro, libri e disegni di tattoo.


Bioesse in via G. La Farina 4 è ristorante, caffetteria e winebar con materie prime biologiche. Qui la nostra host ha preso le brioche vegane con cui ci ha accolto al nostro arrivo a Palermo.

Souvenir.

Qualcosa da classici turisti bisogna pur farla! Noi ci siamo dati ai magneti per il nostro frigo e per quelli delle nostre mamme da The King of Magnets in via Vittorio Emanuele 414 perché vende quasi esclusivamente calamite, di cui molte a forma di piattino decorato come quelle che abbiamo preso noi. Potete comunque trovare magneti e cartoline (che sanno di antico, ma è ancora tanto bello riceverle) davvero ovunque!

In molti negozi si possono trovare altri evergreen: pasta (anellini e busiate sono i formati più tipicamente siciliani), pomodorini secchi, liquori, tamburelli decorati, ceramiche e canovacci.
Per le spezie vi consiglio i mercati storici: in quello di Ballarò si trova davvero molta scelta di aromi singoli o mix come quelli per cui ho optato, alcuni con nomi molto fantasiosi.


Cosa vedere.

Il Teatro Politeama Garibaldi e il Teatro Massimo (nel collage sotto), il più grande edificio teatrale in Italia e il terzo in Europa.


I Quattro Canti e la fontana Pretoria o della Vergogna.


Chiesa della Martorana (di rito bizantino per gli italo-albanesi della città) e l'adiacente Chiesa di San Cataldo, in stile arabo-normanno con caratteristiche cupole rosse, così come la poco lontana Chiesa di San Giovanni degli Eremiti.


La Cattedrale di Palermo che porta i segni delle diverse epoche che ha vissuto, da quella araba e normanna ai restauri del XVIII e XIX secolo. Consigliata anche la salita al tetto per una vista su tutta la città!



Il Palazzo dei Normanni o Palazzo Reale con la Cappella Palatina e il giardino di piazza della Vittoria.


Santa Maria dello Spasimo, chiesa iniziata nel XVI secolo e mai terminata, che vide diversi cambiamenti nell'uso fino a diventare dal 1995 un bellissimo teatro all'aperto per concerti ed eventi, legato anche alla scuola di musica jazz.
Probabilmente è il luogo che ho amato di più a Palermo.
Vicino c'è inoltre l’orto botanico della città.


La Cala, il porto più antico di Palermo con il grande murales a Falcone e Borsellino e Porta Felice. Vicinissimo è anche il Museo delle Marionette.


Il Giardino Inglese, costruito dal 1851 lungo via Libertà.

E poi "perdetevi”, entrate in qualche corte interna, seguite le luminarie di qualche festa patronale ...

Cefalù.

Inclusa ne I borghi più belli d'Italia, è facilmente raggiungibile da Palermo con circa 50 minuti di treno. Vi consigliamo una passeggiata tra i suoi vicoli con tappa alla cattedrale (anche questa di epoca arabo-normanna), al porto antico, al lavatoio medievale e, se il meteo lo permette, alla spiaggia.
Inoltre se avete tempo ed energia, potete salire la rocca ovvero la rupe che sormonta il paese con i resti del castello medievale.

Anche a Cefalù potete trovare diverse enoteche e panifici, forse un po’ meno street food in favore di ristoranti veri e propri a base soprattutto di pesce. Noi siamo riusciti anche qui a ripiegare per un panino con panelle e crocchette che rimane sempre una buona scelta.


***
Questi i nostri giorni a Palermo.
Qualcuno di voi c’è stato?
Cosa ci siamo persi?

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